Il verde pensile nella storia

IL VERDE PENSILE NELLA STORIA

 

I giardini pensili di Babilonia

 

Pare che siano stati costruiti intorno al 590 a.C . dal re Nabucodonosor II, che regnò su Babilonia, vicino alla odierna Baghdad (Iraq) dal 605 a.C. fino alla morte avvenuta nel 562 a.C., anche se la tradizione attribuisce la loro costruzione alla leggendaria regina assira Semiramide. Tuttavia va detto che gli storici non sono concordi sull’esistenza reale o meno dei giardini della città di Babilonia ed eventualmente sulla loro collocazione.

 

      

Comunque, dalla descrizione che ci fornisce Strabone (geografo greco antico – 58 – 21 a.C. circa) i giardini pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del mondo antico, si stendevano su ampie terrazze, sorrette da grandi pilastri abbelliti da alberi piantati in vicinanza.
La terrazza più alta, con funzione di protezione della casa, mostrava il giardino più grande, ed era costruita con tecniche molto complesse d’impermeabilizzazione. In particolare si ricorda un rivestimento di canne spalmato con uno strato di bitume, sul quale si poneva una doppia superficie di piastrelle o mattoni cementati con calcina, e per ultimo si aggiungevano delle ampie lastre di piombo.
La struttura portante dei giardini così predisposta poteva sopportare il peso anche di alberi di grosse dimensioni come larici, cipressi, cedri, pioppi tremuli, acacie e mimose, castagni, betulle e pioppi.

In realtà il re babilonese non fu il primo ad avere l’idea di rinverdire i suoi tetti. Molto tempo prima l’uomo imparò ad utilizzare coperture verdi anche se di modesta entità, e attualmente i popoli della Tanzania ancora usano ricoprire le loro misere capanne con piote di terra ed erba.

I giardini pensili di epoca romana

 

Anche i Romani costruivano giardini pensili, come il famoso mausoleo di Augusto (I sec. a.C.), che presentava ampie terrazze circolari sulle quali fanno bella mostra alti cipressi.

 

  

 

Anche l’Imperatore romano Adriano (II sec.) fece costruire nella sua villa a Tivoli dei giardini pensili.

I giardini pensili nel Rinascimento

 

Si deve giungere al Rinascimento per rilevare un forte rilancio della filosofia del giardino pensile, quando furono costruiti significativi esempi come quello del Palazzo Piccolomini a Pienza, o i giardini del palazzo Montefeltro ad Urbino.

 

  

In generale in quasi tutte le città europee, dal rinascimento in poi, furono prodotti stupendi giardini pensili, come Villa Madama (XVIII sec.) a Roma o l’Orangerie del Palazzo di Versailles.

I giardini pensili del XX secolo

 

Già alla fine del XIX secolo l’architetto Von Rabitz scrisse il primo libro sul verde pensile analizzandolo dal punto di vista funzionale ed ecologico. Sicuramente nel XX secolo la tematica del tetto verde ha avuto il suo coronamento, grazie agli autorevoli architetti Gropius, o Frank Lloyd Wright. Soprattutto Le Corbusier, però, ebbe un particolare occhio nel progettare una “città verde”, dove gli alloggi si aprivano su giardini pensili usufruibili da qualunque uomo, come dimostra l’Immeubles-Villas del 1922 (120 ville sovrapposte su 5 piani, ognuna con un giardino privato).

 

  

 

Le Corbusier definì i motivi fondamentali alla base della decisione di realizzare un tetto verde:
“Il tetto-giardino restituisce all’uomo il verde, che non è solo sotto l’edificio ma anche e soprattutto sopra. Tra i giunti delle lastre di copertura viene messo il terreno e seminati erba e piante, che hanno una funzione coibente nei confronti dei piani inferiori e rendono lussureggiante e vivibile il tetto, dove si può realizzare anche una piscina. “.

 

Roberto Burle Marx, uno più notevoli paesaggisti del XX secolo, detta le linee guida per l’architettura delle coperture a verde e delle pareti vegetali, come ad esempio il tetto a verde intensivo del Ministério da Educação e Cultura, MEC a Rio de Janeiro (1947), dell’architetto Oscar Niemeyer e l’urbanista Lucio Costa.

 

In Italia, nella prima parte del XX secolo vi furono alcuni esperimenti nella realizzazione di giardini pensili, come il padiglione della Breda realizzato da Luciano Baldassarri nel 1952 per la Fiera Campionaria di Milano, o come per il primo palazzo per uffici della SNAM progettato negli anni 50 da Pietro Porcinai.